Sono stati resi pubblici i risultati dell’autopsia effettuate dal coroner della contea di Los Angeles sul corpo dell’attrice conosciuta al grande pubblico per aver interpretato la principessa Leia. Il responso non può che lasciarci con un pizzico di dispiacere. Carry Fisher aveva assunto droghe prima di morire e sembra questa una delle concause che ha portato alla prematura scomparsa dell’attrice il 27 dicembre scorso
Dai risultati dell’autopsia sono state infatti rilevate tracce di cocaina, assunta sicuramente nelle 72 ore precedenti al decesso, di psicofarmaci e in particolare dell’MDMA (più comunemente conosciuta con il nome di Ecstasy). Sembra inoltre che l’autopsia abbia anche evidenziato tracce di oppiacei, in particolare di eroina anche se in questo caso non è stato possibile risalire al periodo di assunzione della sostanza, e di alcol.
La Fisher era già cascata nella morsa della droga alla fine degli anni 70 con una dipendenza che l’aveva portata vicina al licenziamento in tronco durante le riprese di The Blues Brothers (1980) in cui sembra non fosse in grado di completare neanche una singola scena. Per preservare la sua carriera e la sua salute l’attrice si era iscritta a un programma di riabilitazione ma alle volte, si sa, certi fantasmi non si sconfiggono mai.